giovedì, luglio 18, 2013

Il male di vivere. Da Montale a Vele Spiegate.

Eugenio Montale
Eugenio Montale scriveva così:

Spesso il male di vivere ho incontrato:
era il rivo strozzato che gorgoglia,
era l’incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.

Bene non seppi, fuori del prodigio
che schiude la divina Indifferenza:
era la statua nella sonnolenza

del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.

Io amo Montale. L'ho sempre amato, fin da quando ero un liceale. Il suo "male di vivere" ha ispirato tanto della mia poesia.
In fondo, neanche troppo in fondo, la poesia è sofferenza, è tormento, è vita, non solo nelle sue gioie.

Tutti pensano che il "male di vivere" sia una brutta cosa. Ma perchè dovrebbe?
Come tutte le cose esiste per dare forma e significato al suo contrario. Se non conoscessimo il "male di vivere" non ci sarebbe la gioia, o sbaglio?
Come puoi definire bene o gioia senza conoscere il male e la tristezza?

E poi, come si dice sempre, "ciò che non ti uccide ti fortifica". Anche se io preferisco vederla in un altro modo. In fondo, l'ombra fa parte di noi e quindi è meglio integrarla, assimilarla e domarla, prima che sia essa a sopraffarre noi.(vedi poesia Fantasmi e Ombre).

Quindi meglio conoscere il "male di vivere" per poterlo affrontare e andare sempre avanti, dopo ogni ostacolo... a Vele Spiegate...

0 commenti:

Posta un commento